SOCIAL
E-MAIL

instagram

schermimagazine@libero.it

SCHERMI MAGAZINE

© Schermi Magazine

Earth, Mama - di Savanah Leaf

2024-09-07 16:16

author

Recensioni,

Earth, Mama - di Savanah Leaf

di Arianna Alessia Armao

Cos’è la maternità tra i sobborghi afroamericani, nelle mani dei servizi sociali e con un passato di violenze e abusi? Chi scrive – e con ogni probabilità chi legge – non può certo raccontarlo. Troppe volte lo sguardo bianco ha preso il posto di tutti gli altri, come osservatore e cronista di fenomeni prodotti dal suo stesso sistema di oppressioni ediseguaglianze. Savanah Leaf si riappropria dunque di questo spazio per raccontarci una vita come tante, sbattendoci in faccia la realtà con tutta l’onestà che effettivamente richiede. 



Ci racconta di Gia, dei suoi due figli in affido, della terza in arrivo: lo fa con la chiara consapevolezza di chi conosce i luoghi e le persone filmate, e per farlo incrocia il genere del documentario. Lo fa sconvolgendo il pubblico piccolo borghese in sala, che proprio non riesce a concepire una gravidanza vissuta con altre coinquiline, con lavori precari e con il credito del cellulare sempre in esaurimento. Lo fa, diciamolo, eliminando quasi del tutto i corpi bianchi dallo schermo, perché è giusto sovvertire la consueta bianchezza dei set occidentali. Eccoci dunque di fronte una sorta di 


autohistoria

, un esercizio di auto-determinazione/narrazione che tipicamente prende corpo al margine, alla frontiera delle nostre comunità.



«Kiss me each morning for a million years», canta il pezzo di Bettye Swan che Gia ascolta spesso e fa sentire al piccolo Trey per placare la nostalgia della reciproca mancanza. Mentre osserviamo questa famiglia “anomala”, possiamo dire che non sia sostenuta da amore e dedizione? Ma anche: dove finisce il corpo della madre e inizia quello nascente? Cosa si può sacrificare per garantire una vita più stabile alle future generazioni? Il film è onesto, ci rivela la labilità di questi confini, chiosa con una donna sconfitta dalle pretese di genitorialità dignitosa, affidabile, stabile economicamente, e ci svela tutta la complessità della famiglia “naturale”, specie se inquadrata contesti fortemente razzializzati. Molte le connessioni con il mondo della musica – più di una interprete è un’icona pop rintracciabile su Spotify – e in effetti l’intera colonna sonora rivela un gusto abbastanza indovinato. Quanto alla fotografia, insieme ai paesaggi di periferia l’acqua e gli alberi ci affiancheranno pertutta la durata della narrazione, permettendoci di conoscere le visioni e gli incubi di Gia. Concediamoci allora di abbandonare per un’ora e mezza il nostro sguardo privilegiato, e proviamo a cambiare prospettiva decolonizzandolo.


CONTATTACI
SOCIAL
E-MAIL

Italia


instagram

schermimagazine@libero.it

© Schermi Magazine