#EVENTI Febbraio porta con sé San Valentino e, come ogni anno, le piattaforme streaming si riempiono di commedie romantiche. Tra questioni di cuore e strategie di marketing, capita talvolta che qualche piccola meraviglia torni alla ribalta. Negli ultimi giorni è riemerso infatti su Prime Video un vero e proprio cult della commedia romantica, inspiegabilmente dimenticato, forse oscurato dalla potenza stilistica delle altre opere dello stesso autore. Parliamo di Paul Thomas Anderson e del suo del suo piccolo grande Punch-Drunk Love – tradotto in italiano con il titolo Ubriaco d’amore. Vincitore per la miglior regia a Cannes 2002, il titolo stesso è un manifesto che racchiude l'essenza del film. Gli ubriachi e gli innamorati sono gli unici “adulti” capaci di intuizioni fulminee e verità autentiche, anche se fugaci, libere dalle coercizioni del quotidiano. Anderson lo sa bene e fonde queste due anime nella sceneggiatura, incidendole come un marchio sulla pellicola e offrendo un’estasi pura di emozioni umane. A questo punto della sua carriera, Anderson è già al suo quarto film d'autore. Dopo Sydney - Hard Eight (di cui Schermi Magazine ha già pubblicato un articolo in passato), e i successi di Boogie Nights e Magnolia, il regista sceglie un percorso inaspettato: invece di addentrarsi nel dramma, imbocca il viottolo strambo e colorato dell’escandescenza, giocando con una logica assurda e umoristica che sfocia in un mare di romanticismo. Il film oscilla tra una Los Angeles cupa e taciturna e il calore avvolgente delle Hawaii. “Non so se c’è qualcosa che non va, perché non so come sono gli altri. Io, certe volte, piango un sacco. Senza nessun motivo.” Punch-Drunk Love segue la scia delle commedie romantiche che, dalla post-New Hollywood ai primi anni 2000, hanno dominato prima le sale cinematografiche e poi il mercato home video. Ma Anderson non si limita a ricalcare lo schema, prende gli stilemi del genere e li deforma tutti, portando la rom-com alla massima espressione estetica e morale. Il risultato? Una delle storie d’amore meno convenzionali del cinema americano. Anderson aveva il desiderio di lavorare con Adam Sandler, non solo per il suo background nella commedia, ma perché il ruolo di Barry Egan sembra scritto su misura per lui. Sandler incarna perfettamente il protagonista: puro e folle, tenero e nevrotico. E supera ogni aspettativa, regalando una performance memorabile che gli vale l’unica nomination in carriera ai Golden Globe per il miglior attore in una commedia. “C’è l’amore nella mia vita. E questo mi rende così forte che nemmeno immagini.” Barry Egan è un fornitore di oggettistica, cresciuto con sette sorelle oppressive, che lo hanno soffocato sotto il peso del giudizio costante. Spinto da una di loro, incontra Lena (Emily Watson), e nel frattempo si trova coinvolto in una truffa telefonica gestita da un losco venditore di materassi (Philip Seymour Hoffman) e accumula quantità assurde di budino per collezionare miglia aeree gratuite. Un copione surreale che manda lo spettatore totalmente fuori controllo. Già nei primi secondi della visione Anderson ci immergenella cornice frattale del suo affresco, dove l’imprevisto è l’unica soluzione possibile: una stanza spoglia, Barry seduto alla scrivania nell’angolo, muri blu e bianchi, lo stesso blu e bianco del suo abito. Un’immagine di chiusura e solitudine, resa palpabile dalla macchina da presa. Il trambusto di un incidente stradale e l’arrivo improvviso di un harmonium sul ciglio della strada spezza la stasiirrequieta. Da qui in poi, il film si tinge di una palette blu con lampi di rosso, freddezza ed energia; l’assurdità ingombrante di una serie di contraddizioni che troveranno lungo la strada una loro furente armonia. Un film sconcertante e postmoderno, jazz e pop, sincopato e multicolore, cinetico e astratto, virtuosistico e insoddisfatto. Tanto claustrofobico e ansiogeno quanto sensibile e mite. Con Ubriaco d’amore, Paul Thomas Anderson costruisce un mondo emotivo e cromatico in cui la tensione, l'amore e la follia convivono in perfetta dissonanza e continua a interrogarci sull’imprevedibilità della vita, in una visioneimperdibile che si abbandona alla passione come unico antidoto contro la furia del caos, dove tutta l' inquietudine si trasformerà in poesia.
di Nicola Bartucca