di Gabriele Tucci Il 10 ottobre del 2003 usciva nelle sale italiane The Dreamers, 14esimo lungometraggio di Bernardo Bertolucci basato sul romanzo The Holy Innocents di Gilbert Adair. Il film è ambientato a Parigi nel pieno della contestazione studentesca della primavera del 68, e racconta la storia di Matthew (Michael Pitt), uno studente americano che va a studiare in Francia per imparare la lingua. Lì, durante l'occupazione della Cinèmathèque Française, incontra la giovane studentessa Isabelle (Eva Green). La ragazza si interessa subito allo studente americano, così decide di presentargli li gemello Thëo (Louis Garrel) che, dopo un'iniziale freddezza, si avvicinerà anch'egli a Matthew. I 3 studenti sono legati da una passione comune:il cinema. Una passione totalizzante che li porta a scegliere di vivere la propria vita come fossero in un film, tra continue citazioni e richiami soprattutto alla Nouvelle Vague, che in quegli anni esplodeva nel cinema francese. Vediamo citato Godard, sia per Fino All'ultimo Respiro sia per Bandè à Parte, di cui viene ricreata la storica corsa per il Louvre. Sentiamo per un momento la colonna sonora dei 400 Colpi di Truffaut, e quando Isabelle e Théo accettano definitivamente Matthew come parte del loro gruppo, vediamo citata la scena cardine di Freaks di Tod Browning. Il film può essere visto c o m e una dichiarazione d'amore di Bertolucci alla Nouvelle Vague, a cui egli stesso si era ispirato ad inizio carriera, soprattutto con Prima Della Rivoluzione e Partner. Non è un caso che Matthew e Isabelle si incontrino per la prima volta alla Cinèmathèque Française, luogo simbolo della contestazione giovanile nel cinema, dove avvenivano dibattiti e proteste. Qui siamo lontani dalla solennità nei toni di Novecento o de l'Ultimo Imperatore, ma siamo lontani anche dal modo classico con cui Bertolucci parlava d'amore. Il modo in cui Bertolucci racconta l'amore in The Dreamers è molto simile al modo in cui lo raccontava 31 anni prima in Ultimo Tango a Parigi, ovvero in modo sfrontato, senza censure e libero dalle convenzioni sociali. Ad esempio in Ultimo Tango i 2 protagonisti Paul (Marlon Brando) e Jeanne (Maria Schneider) hanno una distanza d'età di ben 25 anni, mentre in The Dreamers vediamo apertamente dei mènage a trois di stampo incestuoso. La cosa che differenzia l'amore nei 2 film è il modo in cui i personaggi lo vivono:in Ultimo Tango vediamo un uomo malinconico e vicino alla mezza età che, dopo il suicidio della moglie, trova un rifugio emotivo e sessuale in una ragazza di vent'anni, che all'inizio è attratta da lui per poi allontanarsi, fino ad arrivare ad un finale tragico dove finalmente l'uomo, prima di morire, riesce a scoprire li nome della ragazza. Paul in Ultimo Tango sa già cos'è l'amore e cos'è il sesso, e lo vive come riparo dalla malinconia e dal dolore. Un approccio che Bertolucci riproporrà anche ne Il Tè Nel Deserto e ne l'Assedio. In The Dreamers questo non c'è:l protagonisti scoprono il sesso e lo vivono come parte fondamentale del loro rapporto fondato sull'arte. Il rapporto sessuale li unisce, ma dietro ad esso non si nasconde una fuga dalla malinconia, quanto più una fuga dalla realtà esterna. Il film è ambientato quasi tutto nella casa dei genitori di Isabelle e Théo, da cui i 3 ragazzi escono solo per andare al cinema. I3 passano le loro giornate chiusi in casa, guardando film, ricreando scene e facendo l'amore. Facendo ciò si isolano dall'esterno, trasformando la loro casa in un mondo a parte, fatto solo di arte, cinema e amore. Fuori dal loro appartamento però non c'è solo l'esterno, c'è la storia che si compie in tutto il suo rumore e la sua violenza. La protesta studentesca, che avevamo visto apertamente all'inizio con l'occupazione della Cinèmathèque, non scompare mai realmente, ma solo dal film. La sentiamo nelle sirene della polizia, nelle urla dei manifestanti, nelle vetrine che si rompono. Tutti questi rumori però rimangono fuori dalla casa dei “sognatori", perché (proprio come dice li nome) loro sono impegnati a sognare un altro mondo. Uno dove esistono solo loro e l'arte, in cui tutto il resto non conta. È però alla fine del film che i 3 protagonisti vengono letteralmente svegliati dal sogno dalla storia. La protesta studentesca ha raggiunto il suo picco, e i ragazzi scendono in strada con gli altri studenti. Citando lo stesso Matthew, "il mondo aveva sfondato lo schermo". I gemelli si uniscono alla protesta, mentre il giovane americano si scontra proprio con loro, provando a convincerli a continuare a vivere isolati dal mondo, lontani dalla violenza esterna, ma loro rifiutano. Il film si chiude con gli studenti che si scontrano con la polizia, e Matthew che volta le spalle alla protesta e si allontana. Il fiume della storia travolge i protagonisti, dividendoli e gettandoli brutalmente nella realtà che loro, attraverso l'amore e l'arte, avevano sempre provato ad allontanare. Bertolucci firma un'opera fortemente legata al tema della giovinezza, di cui il film può anche essere visto come metafora, ma soprattutto crea una lettera d'amore al cinema francese anni 60 e all'idea dell'arte come fuga dalla realtà e dal mondo.