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I ponti di Madison County di Clint Eastwood, tratto dall’omonimo romanzo di Robert J. Waller

2024-05-20 22:18

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Cinema di Carta,

I ponti di Madison County di Clint Eastwood, tratto dall’omonimo romanzo di Robert J. Waller

#CinemaDiCarta

#CINEMADICARTA
di Nicola Bartucca

“Ecco perché sono su questo pianeta, in questo tempo, Francesca. Non per viaggiare o fare fotografie, ma per amarti. Adesso lo so. Per molti più anni di quanti non ne abbia vissuti, ho continuato a precipitare dall'orlo di un luogo immenso e altissimo. E in tutti questi anni, precipitavo verso di te”. Questa è la storia di Robert Kincaid, fotografo del National Geographic, e Francesca Johnson, moglie di un allevatore nel Ranch di famiglia. Kincaid, singolare, quasi mistico viaggiatore dei deserti asiatici, di fiumi lontani, di antiche città, è un uomo che quasi non appartiene al suo tempo. Francesca Johnson, un'italiana giunta in America come sposa di guerra, vive tra le colline dello Iowa meridionale e, di tanto in tanto, torna col pensiero nella sua Bari e ai sogni di ragazza. Nessuno dei due ha mai cercato qualcosa di diverso da ciò che ha, ma quando Robert, in viaggio per un servizio fotografico del Magazine, entra nel cortile di lei per chiedere un'informazione, il ritmo delle loro esistenze si spezza sotto la forza di un'emozione ineffabile. L'incontro tra Robert e Francesca diventa rapidamente un legame profondo e ciò che accade durante i quattro giorni di una torrida estate, presso i vecchi ponti coperti del Madison County, è per entrambi un'esperienza così intensa da trasformare i luoghi consueti e i gesti quotidiani in armoniosa (per alcuni palati smielata) quotidianità. I momenti trascorsi insieme diventano un patrimonio raro e prezioso di sentimenti a cui attingere per il resto della vita e che sopravviverà a loro stessi. Come cita il fotografo in uno dei dialoghi più emblematici: "tu pensi che quanto è successo a noi succeda a tutti? Parlo di quello che proviamo l'uno per l'altra. Non siamo più due persone separate. C'è gente che cerca una cosa simile per tutta la vita e non la trova, altri non sanno nemmeno che esiste".


Clint Eastwood trae dal maestro di Sergio Leone la curanza dei dettagli, nella scena della cena a lume di candela (una delle più drammatiche), infatti, c’è qualcosa che si muove sul bordo superiore della sedia che sta in primo piano: Una mosca, proprio come nei primi dieci minuti di C'era una vola il west. L'insetto è simbolo di un’imperfezione, minima, quasi impercettibile, eppure stona per un istante con la complessa bellezza del quadro, è un’anomalia che riporta alla realtà, alla durezza estrema del mondo, fatto di mille cose minute, appunto, di micro cellule che passano e che macchiano la purezza; quella mosca però è anche il pretesto di una distrazione, ciò che ci fa distogliere lo sguardo, perché la fuga è uno dei segreti della sopravvivenza. Abbiamo bisogno di aggrapparci a un dettaglio per non piegarsi alla nostalgia che ci attanaglia; la necessità di puntare su quell’imperfezione per non lasciarci abbattere dal dolore, perchè arrendersi non è contemplato, o magari, per non cedere del tutto all’illusione e mantenere un ultimo, disperato, contatto con le cose. In quella mosca si concentra tutto: la paura, il senso di colpa, il rimorso, un vestito nuovo per un fresco incontro, insomma, la sensazione di un sogno ad occhi aperti in un triste finale inevitabile. Eppure la pienezza di un'emozione è una fantasia rara ma esiste e tra Robert e Francesca rimane intatta, per una giornata e per tutta la vita allo stesso momento; agli occhi dello spettatore è palpabile nel tempo di un abbraccio, di quattro giorni che sono una lama che taglierà un asse verticale tra spazio e tempo, tracciando la linea tra il passato e il futuro incidendo il paradiso, prima che torni quel pick-up che squarcerà l'orologio attaccato in cucina nelle campagne del Midwest… e rimetterà in moto le lancette della realtà. Sono i dettagli che fanno un attore e un regista eccellenti e, se è vero che solo un amore irrealizzabile è davvero romantico, Clint Eastwood e Meryl Streep ce l'hanno mostrato con una regia e due interpretazioni ai confini della realtà, portandoci nel precipizio del cuore umano che batte all'unisono.



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