di Gianmarco Cavallaro È il 1928. C’è un bambino di quattro anni intento a giocare con dei sassi fuori dalla porta di casa. I suoi genitori, umili operai della Ciociaria, hanno da poco deciso di trasferirsi in Piemonte. Ma durerà qualche anno, poi sarà la volta di Roma. È il 1946.a guerra è cessata da un po’. Esce dall’aula di disegno tecnico un giovane ragazzo, è di fretta perché sta facendo tardi per le prove del prossimo spettacolo della compagnia teatrale dell’universitàin cui recita per sano diletto. È il 1949. Un giovane ragazzo sta ricevendo consigli da un altro giovane attore, più esperto e spigliato, dicono si chiami Vittorio Gassman. Sono le prove dell’Oreste di Vittorio Alfieri. Il ragazzo è entrato nella compagnia teatrale di Luchino Visconti solamente l’anno prima: ha del potenziale. Però per questo spettacolo, di una notevole complessità tecnica, sta faticando nell’ imparare la propria parte,ritmata da versi a endecasillabi sciolti. È il 1954. Un giovane uomo, nei primi giorni di set, sta facendo conoscenza con un’altra giovane attrice Napoletana, si chiama Sofia: si dice che abbiano stretto amicizia. È il 1961. Il protagonista del nuovo film di Fellini, 8 1/2, non sa le battute ma non sembra curarsene. Pare che di scena in scena chieda man mano le sue battute, lui le ascolta e la bocca del suo personaggio le riproduce, ha una naturalezza sconvolgente, un talento innato. Egli e Federico Fellini hanno un bellissimo rapporto, di stima e fiducia reciproca, poggiano uno sulle spalle dell’altro. È il 1965. C’è un uomo che viene divinizzato dai giornali e tutti i media, è comparso addirittura sulla copertina del Time tre anni prima,le donne acclamano il suo nome a gran voce, è un’icona del cinema mondiale. Lui però non sembra curarsene, certo…sa della sua posizione, forse se ne compiace, forse no, però è certo che cerca pubblicamente di scappare da questo cliché. Non gradisce etichette, lui vuole dimostrare che non è solo uno stereotipo. La sua filmografia e i suoi ruoli parleranno per lui. È il 1968. C’è un attore che sul set si è invaghito della collega con la quale sta girando un film. A lui piace la psicologia dei primi incontri, del flirt, del conoscere la storia dietro una donna appena incontrata…è divertente per lui: è un gioco in fin dei conti, come il cinema. È il 1972. Lontano dai riflettori c’è un padre che culla la figlia neonata nella sua dimora parigina: la bimba è il frutto del suo nuovo amore. Malgrado ciò non è ancora pronto (e non lo sarà mai) a divorziaredalla moglie, sono sposati dai tempi degli esordi a teatro. È il 1980. Si sta girando il nuovo film di Ettore Scola ma c’è un intoppo: il protagonista che non si trova. Forse sarà con il macchinista in pausa al bar, forse è tra le sarte a parlare di quanto siano buone le polpette che mamma gli faceva da piccino e delle quali ancora va matto. Potrebbe anche essere che stia arrivando, al fianco con ungiovane collega, per dargli dei consigli. È cordiale con tutti. È il 1987. Il periodo d’oro della cinematografia italiana è ormai un’ombra nel tardo pomeriggio. C’è un importante attore italiano intento a buttarsi in nuove sfide in Unione Sovietica. È stanco, sta diventando anziano, ma non ha paura a mostrarlo, non si nasconde, anzi concilia tutto con la recitazione. È il 1995. La sala assiste a Le ultime lune, sul palco vi è un anzianosignore che è tornato a recitare in teatro dopo quasi 50 anni, ha voglia di vivere, però purtroppo da tempo gli è stato diagnosticato un tumore. È il 1996. Piazza del Campidoglio è gremita di gente: persone sui balconi, persone che si arrampicano sui lampioni, persone che si asciugano gli occhi con un fazzoletto bianco. Passa la salma di un uomo che si dice abbia fatto la storia del cinema italiano. È il 2024, precisamente il 26 settembre. Cento anni fa avremmo assistito alla nascita della stessa persona che abbiamo sbirciato da lontano in tutte le scene precedenti. Si chiama Marcello. Se tendiamo l’orecchio alla voce di amici e colleghi di Marcello, affermano tutti una cosa: era un uomo qualsiasi (lui stesso si definiva così, non a casoil ruolo che ha amato di più è stato quello di 8 ½, in cui reincarnava l’uomo semplice con contraddizioni forti e debolezze) contraddistinto però da enorme gentilezza, curiosità e intelligenza e sì… da enorme fascino. Se guardiamo alla sua occupazione lui amava quello che lo faceva, e lo si capisce da un piccolissimo dettaglio: ha all’attivo circa 140 pellicole! Amava le attese, amava indossare le storie e le emozioni deisuoi personaggi, amava i legami umani che c’erano a monte del teatro e del cinema. E noi amiamo lui, quel viso tranquillo con inflessionilievi, con quella parlata calma, con quello sguardo a tratti malinconicoa tratti ironico. Lo amiamo perché siamo stati tutti, almeno una volta nella vita, in uno dei suoi film; e lui, è stato protagonista di molte storie, forse una per ognuno di noi, una per ogni spettatore che lo guardava. Signore e signori, Marcello Mastroianni (1924-1996).