di Luca Caltagirone In occasione dell’anniversario della scomparsa di Marcello Mastroianni, ricordiamo il grande attore ripercorrendo le tappe più importanti della sua incredibile carriera e, attraverso una lettura divistica e di genere, riflettiamo sul suo ruolo nella decostruzione della virilità nel cinema italiano degli anni 60’. L’immagine divistica di Mastroianni è stata legata a lungo al suo ruolo da protagonista nel capolavoro di Federico Fellini La dolce vita (1960), emblema del film “moderno” e spartiacque nella storia del cinema nazionale e internazionale, nel quale interpreta Marcello, un giornalista-paparazzo attratto dalla belle donne e dagli ambienti mondani. Con il film si costruisce la sua immagine divistica come seduttore/latin lover con i caratteri del glamour e della moda, divenendo il modello di “seduzione all’italiana”. Ma la carriera di Mastroianni non nasce con Fellini e La dolce vita, l’attore già «aveva partecipato a 44 film, lavorato con registi famosi e vinto due David di Donatello e una Grolla d’oro»¹. Giampiero Mele, nel libro Marcello Mastroianni. Filmografia, fatti e personaggi, racconta l’incontro tra Fellini e Mastroianni prima del film: «Si incontrarono a Fregene alla presenza di Flaiano, e Fellini lo informò che il produttore, allora De Laurentis, voleva come protagonista Paul Newman, ma lui voleva un attore con una faccia comune. Mastroianni non si scompose ma chiese di vedere il copione. Flaiano prese una cartellina, estrasse un disegno osceno e lo consegnò a Mastroianni dicendo questo è il copione, al che il grande attore forse facendo appello a tutta la sua umiltà ciociara chiese “Dove devo firmare?”»² Nei primi anni 50’, Mastroianni era noto per aver recitato diversi ruoli da attore giovane in commedie neorealistiche con la regia di Luciano Emmer, spesso interpretando personaggi come il “bravo ragazzo” o l’”onesto lavoratore”. Poi aveva lavorato a teatro con Luchino Visconti e con grandi registi cinematografici come Alessandro Blasetti e Mario Monicelli. Ma il film che lo consacrò a livello internazionale fu proprio quello di Fellini, che però «lo ingabbiò affibiandogli la fama di latin lover, che lui odiava e che cercò di cancellare, senza mai riuscirci»³. In una famosa intervista per la Rai⁴, riguardo la sua fama da latin lover in seguito al ruolo ne La dolce vita, Mastroianni dice: «Dopo quel film gli americani dissero “ecco il latin lover”, dimenticando che nel film, Marcello il protagonista, non è un conquistatore, è un conquistato. È uno che le donne usano, cioè un ingenuo che si illude, che crede. Ed è talmente vero che dopo La dolce vita, io feci subito un film con Bolognini Il Bell’Antonio che era la storia di un impotente, poi feci Divorzio all’italiana con Germi, che era la storia di un altro semi-impotente “cornutone”. Questo sempre nel tentativo di non farmi catalogare in una sezione che non mi appartiene francamente. Non ho nulla contro i latin lover, ma io non lo sono.» Dunque, interpretando personaggi agli antipodi dal modello del “seduttore”, come un impotente ne Il Bell’Antonio o Divorzio all’Italiana o, negli anni 70’, un omosessuale in Una giornata particolare, Mastroianni cerca di invertire la sua reputazione da latin lover, compiendo uno stravolgimento della propria immagine divistica. Dice l’attore: «Le proposte che avevo avuto dopo La dolce vita erano tutte da conquistatore, da amatore che batte i locali notturni. Amai subito demolirla quest’immagine, non intendevo essere catalogato e per questo andai a fare un personaggio che era totalmente l’opposto, feci un impotente»⁶. Ma è evidente una forte contraddizione in questa consapevole, ma non del tutto riuscita, operazione: «il non voler presentarsi come un latin lover intrecciando allo stesso tempo storie d’amore con le attrici più affascinanti dell’epoca»⁵, come Faye Dunaway e Catherine Deneuve. Dunque, da una parte erano evidenti i punti di rottura nella costruzione psicofisica dei personaggi all’interno dei film, dall’altra la sua “star image”⁷ era fortemente condizionata dal gossip e dalle sue relazioni private, creando un’identità mediale complessa e contraddittoria. Abbiamo esaminato un ristrettissimo aspetto, relativo agli star e gender studies, della gigantesca filmografia di Marcello Mastroianni, tra gli attori più talentuosi della sua generazione grazie alle sue superlative doti di trasformismo. Mastroianni ha preso parte a film che hanno cambiato l’intera storia del cinema, come il già citato La dolce vita, 8½, I soliti ignoti, collaborando con registi italiani e stranieri, ed oggi, a ventotto anni dalla sua scomparsa, lo omaggiamo come uno dei più grandi attori italiani che è stato in grado di onorare il suo paese, contribuendo a rendere popolare il cinema e la moda italiani all’estero. Note: -1,2,3,5: Giampiero Mele, Marcello Mastroianni. Filmografia, fatti e personaggi, 2024, pag 7, 37-38 -4: Una giornata particolare: l’omosessualità. St. 1977 -6: Marcello Mastroianni, 1996 -7: Paul McDonald, The Star System, 2009